Le estasi dell’artista

Il poeta

I più ingenui degli scrittori sono i poeti. Costantemente hanno la mente impegnata in altre realtà, con visioni fuggitive, che ostinatamente e assai assiduamente ricercano in questa. Come loro unica fonte di ispirazione poetica hanno il mondo e le interpretazioni che loro cercano di dargli. Accade, perciò, che nei momenti più curiosi e stravaganti, dopo giorni o mesi di ricerca (più o meno estenuante), serendipicamente, arriva ciò per cui un artista vive: l’ispirazione.

Tutto può aiutare a facilitarne e favorirne l’autogerminazione, afiinché quando arrivi lo si possa accogliere come un attimo di dolce, chiara e profonda epifania. Il poeta interrompe tutto quello che stava facendo, con lo sguardo fisso sul vuoto, rincorre le immagini e le visioni, i pensieri e le idee che gli scorrono per la mente, per poterle ammirare nella loro vera ed inimitabile perfezione. La bocca gli cade semiaperta, mentre con l’aspetto di uno spiritato, può venire adocchiato da molti senza che lui nemmeno se ne renda conto. È un attimo eterno, magico e di tali sublimi vertici che l’animo poetico ha già abbandonato il corpo da tempo, che giace ora abbandonato a sè , senza più coscienza di ciò che gli avviene intorno, ma solamente di quel minuscolo ed infinito angolo di bellezza. Ad un tratto, con un sobbalzo interiore l’anima ricade dai suoi viaggi, rientrando di botto nel corpo, il quale si sente tutto sussultare per l’impatto. Gli occhi riacquistano subito fuoco di ciò che hanno davanti, il fisico si riadatta all’ospite usuale e riprende coscienza del suo stato, del suo tempo e del suo luogo, anche se ancora sconvolto dall’emozione che la verità estetica gli ha appena donato. Il cuore è tutto in fibrillazione, e palpita come fosse un’innamorato, riscalda gli arti e le membra, pompando e irrorando la gioia e la felicità che ha appena conosciuto. La mente, riprendendo lucidamente atto del fatto, stenta e fatica a riadeguarsi ad una normalità che è stata interrotta e indugia piacevolmente sul ricordo perduto dell’attimo mancato. L’anima, ora non può che provare la nostalgia del sentimento, e il poeta si incanta e sospira malinconicamente, grato immensamente alla Musa che gli si concesse, anche solo per qualche fantasia.

 

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